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"Che l'ultimo - ora malinconicamente postumo - romanzo di Giampaolo Rugarli si intitoli 'Manuale di solitudine' assume inevitabilmente un valore simbolico, quasi a riassumere il suo intero percorso esistenziale e letterario; difficile infatti trovare un'insegna più pregnante del suo carattere, della tensione che segna la ricerca espressiva e contemporaneamente le scelte morali: d'altronde a questo titolo egli giunse, appunto, dopo aver scartato ogni altro descrittivo o referenziale. Se per un verso questo 'Manuale' completa il ciclo estremo, paradossale e grottesco, della sua narrativa, che esplora con dolente furore i desolati territori della disperazione, opponendo loro un'inarrendevole fiducia nella resistenza dell'etica; per l'altro riassume la sua avventura letteraria, intrapresa di fronte alla riconosciuta 'impossibilità di vivere' per riconquistare sulla pagina quanto era andato perduto nel corso del tempo, conservando intatto un radicale e inconsolabile pessimismo. La narrativa di Rugarli - i lettori di questo romanzo dovranno prenderne atto -, anche quando deforma comicamente, caricaturalmente, personaggi e comportamenti, non acquieta il tormento, anzi riaccende la rabbia e lo sdegno, sentimenti luciferini, di un uomo dolente e ferito, la sua ribellione all'andazzo dissennato e perverso di una società che ha perduto la bussola." (Cesare De Michelis)